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Biografia di Arrigo Muscio

 

Articoli di Arrigo Muscio

 

Il valore del Santo Rosario

 

I salmi

 

Libri scritti da Arrigo Muscio

 

La catechesi di satana durante un recente caso di esorcismo

Salmo 41

 

[1]Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.

[2]Beato l'uomo che ha cura del debole, nel giorno della sventura il Signore lo libera.

[3]Veglierà su di lui il Signore, lo farà vivere beato sulla terra, non lo abbandonerà alle brame dei nemici.

[4]Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; gli darai sollievo nella sua malattia.

[5]Io ho detto: <<Pietà di me, Signore; risanami, contro di te ho peccato>>.

[6]I nemici mi augurano il male: <<Quando morirà e perirà il suo nome?>>.

[7]Chi viene a visitarmi dice il falso, il suo cuore accumula malizia e uscito fuori sparla.

[8]Contro di me sussurrano insieme i miei nemici, contro di me pensano il male:

[9]<<Un morbo maligno su di lui si è abbattuto, da dove si è steso non potrà rialzarsi>>.

[10]Anche l'amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno.

[11]Ma tu, Signore, abbi pietà e sollevami, che io li possa ripagare.

[12]Da questo saprò che tu mi ami se non trionfa su di me il mio nemico;

[13]per la mia integrità tu mi sostieni, mi fai stare alla tua presenza per sempre.

[14]Sia benedetto il Signore, Dio d'Israele, da sempre e per sempre. Amen, amen.

 

Commento

 

E' un invito ad essere caritatevoli verso il nostro prossimo che si trova in una condizione di debolezza. Con tale termine va intesa tutta la casistica in cui l'uomo può imbattersi: malattie, povertà spirituale e fisica, ignoranza, ingiustizia, possessioni diaboliche, ingiustizie, persecuzioni ecc.. Gesù, con la sua testimonianza terrena, ha mostrato a tutte le generazioni, con le opere da Lui compiute, i vari campi d'intervento della carità evangelica (guarigioni, esorcismi, liberazioni dalla schiavitù del peccato e dall'ignoranza biblica ecc.). Purtroppo l'eresia comunista, condannata dalla Madonna a Fatima e dai documenti della Chiesa, ha sovvertito tali insegnamenti ed ha acceso i riflettori della carità solo su alcuni aspetti esclusivamente materiali: importanti, ma non esaustivi. L'inquinamento di tale teoria sta ancora, purtroppo, dispiegando i suoi effetti anche tra molti cristiani, i quali sono convinti che l'unica carità possibile sia l'assegnazione di viveri e di vestiario ai bisognosi (soprattutto se islamici ed appartenenti ad altre religioni) oppure la tolleranza di ogni persecuzione e di ogni eresia (dimenticando che Gesù è venuto al mondo anche per combattere l'errore e per proclamare la verità divina che non accetta compromessi. Se infatti il Signore avesse accondisceso a questi ultimi non l'avrebbero di certo messo in croce ma, al contrario, lo avrebbero glorificato).

Questo salmo ci insegna  che la carità è la condizione basilare per essere liberati dal Signore nel giorno della sventura e per essere sostenuti dal Signore sul letto del dolore; e per ottenere "sollievo nella malattia ". Concetto che viene riconfermato nel Nuovo Testamento "Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di peccati " (1 Pt. 4,8) e viene valorizzato dal Manzoni nei Promessi Sposi mediante l'episodio dell'Innominato.

La seconda parte del salmo è una supplica al Signore affinché ci liberi da ogni empietà e da ogni attacco diabolico. E' una costante riconferma dell'invito divino a supplicare il Signore affinché difenda e protegga i suoi fedeli da ogni male fisico e spirituale. Ed è, di conseguenza, una riconferma delle insidie psicologiche del diavolo che tende a scoraggiare tali invocazioni le quali sono invece necessarie, soprattutto dopo la preghiera del Santo Rosario, per contrastare la sua nefasta azione.

Infine, le parole del  salmo "Anche l'amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno" sono chiaramente messianiche in quanto avvalorate da Gesù nell'episodio di Giuda "Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: - In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà -. I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: - Dì, chi è colui a cui si riferisce? -.

Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse:  -Signore, chi è? -.

Rispose allora Gesù: - E` colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò-. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.

E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: - Quello che devi fare fallo al più presto -. (Gv. 13,21 e seg.)