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L'Eutanasia

 

 

Pubblicato su "Teologica" N. 32 info@edizionisegno.it 

 

 

"Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà"

(Sir. 38,9)

 

Puntuale come un uccello a cucù affiora sui mass media, con cadenze periodiche, il problema relativo all'eutanasia. Vengono additate ad esempio le poche nazioni che l'hanno resa lecita, come se ciò fosse il prodotto dei Dieci comandamenti che ormai invece più nessuno rispetta, con le conseguenze che tutti possiamo verificare.

Da una società paganizzata che ha respinto, a suo danno, persino l'idea di Dio non possiamo aspettarci altri risultati, anche se sentiamo il dovere di stigmatizzare ciò che noi cattolici riteniamo, alla luce della divina Rivelazione, come una grande bufala perpetrata dal grande seduttore. Con l'idea dell'eutanasia si tentano di convincere le persone sul diritto ad ottenere una dolce morte che le ponga al riparo dalle sofferenze. Naturalmente lo sforzo teso ad alleviare i tormenti umani è sicuramente divino, in quanto l'eterna Parola di Dio ci istruisce fin dall'Antico Testamento: "Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà" (Sir. 38,9). Gesù, la Parola incarnata di Dio, ha sempre guarito, concretizzando tale consiglio dell'amorevole Padre, quanti lo supplicavano con fede. Anche adesso milioni di ex voto che corredano i santuari dimostrano l'eterna volontà di Dio tesa a guarire i mali di quanti si rivolgono al suo amore (Lourdes può essere considerato l'esempio per antonomasia al riguardo. In tale santuario, diversamente da quanto fatto credere dalla disinformazione organizzata, sono migliaia le guarigioni inspiegabili riconosciute dalle commissioni mediche; guarigioni che fanno da contorno ai circa 65 miracoli dichiarati tali dalla Chiesa). Ma un conto è rivolgersi al Signore con la preghiera incessante e con viva fede  per ottenere la guarigione dell'anima e del corpo (quindi anche l'eliminazione delle sofferenze fisiche!) e un altro conto è rifiutare il suo aiuto per domandare la morte ad opera del nostro prossimo in sembianze di medico o di infermiere.

La Chiesa è contraria all'accanimento terapeutico ed appoggia l'utilizzo dei medicinali che possono essere utili per alleviare le sofferenze, ma non potrà mai accettare l'idea che venga tolta la vita ad un essere umano in quanto solo Dio, nostro Creatore, ha il diritto di stabilire il momento in cui ciascuno di noi dovrà lasciare questo "..corpo corruttibile per rivestirsi di immortalità" (1 Cor. 15,33) dato che "…Quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli" (2 Cor. 5, 1).

Ma il grande inganno consiste nel far credere che con la morte finirà tutto! La Sacra Scrittura, confermata dalla testimonianza dei santi e dai loro prodigi anche post mortem (es. Padre Pio, per non andare troppo distanti nel tempo) sui quali troneggiano i miracoli Eucaristici e le apparizioni Mariane, ci insegna che sono previste due definitive destinazioni (dato che il Purgatorio è temporaneo): il Paradiso e l'inferno (sulla reale esistenza di quest'ultimo possono essere d'aiuto la visione di Fatima e le fotografie pubblicate sul nostro sito). Il primo destinato a quanti godranno una felicità indescrivibile e il secondo a quanti soffriranno eternamente "Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli…." (Ap. 14, 11).

Quindi, anziché consigliare i sofferenti di pregare il Signore affinchè li guarisca o, se anziani, perchè conceda una dolce morte (rammentando loro ad esempio l'importanza della devozione alla Madonna, Madre della Misericordia, e a S. Giuseppe, considerato anche il santo della buona morte), si preferisce illuderli mediante il grande inganno di satana: la fine delle sofferenze con la morte fisica! Cosa certamente vera per quanti andranno in Paradiso, ma non per coloro che gli faranno compagnia all'inferno, sedotti dalle sue imposture!